Matteo Moda: la modernità espressa attraverso tela e acrilici

Matteo Moda: the modernity expressed through canvas and acrylics

Matteo Moda è un giovane artista che ha esposto le sue opere per la prima volta lo scorso giugno a Milano. Attraverso uno studio critico della realtà, Matteo ci racconta con acrilici sgargianti la nostra società complessa e a tratti soffocante.

Una visita a Milano, a volte, regala il piacere di imbattersi nell’inaspettato. L’inaspettato che la crew di Nziria Magazine, in visita alla Cascina Martesana lo scorso mese di giugno, ha scovato durante la seconda edizione di arte contemporanea della galleria espositiva El Bagnin De Gorla. Qui, per la prima volta, il giovane talento Matteo Moda ha esposto i suoi quadri, con una collezione dal titolo “Contemporary on Canvas”. Noi non ci siamo fatti sfuggire la possibilità di conoscerlo più da vicino.

matteo moda

Classe 1988, in realtà Matteo è laureato in economia, e milita nell’ambito del marketing digitale. Ma ha un talento innato per la pittura su tela, che ha deciso di concretizzare e consolidare. Complici anche i geni in famiglia; suo nonno è Mario Nigro, un famoso pittore italiano di arte moderna, ed è anche grazie a lui che Matteo si avvicina alle tele e ai colori. Non solo la pittura acrilica e le tempere attraggono l’artista: egli ha anche un debole per la street art, e le cui influenze sono mixate efficacemente nelle sue opere.

Il potenziale dei suoi quadri è sempre stato tanto, ma non era mai stato espresso davvero prima di ora. Dobbiamo risalire al 2017, quando Matteo, dopo diversi viaggi in giro per il mondo (tra il Sud-Est Asiatico e l’Australia) decide di dedicare seriamente del tempo alla sua arte, e ricomincia a lavorare sui suoi disegni. E tramite il passaparola, riesce a coronare il suo sogno: esporre in una galleria.

Osservatore critico della realtà, Matteo contestualizza in chiave sarcastica i problemi della quotidianità, cercando sempre di provocare e di stimolare il suo pubblico. È nell’attualità che trova i suoi spunti di creazione: la sostenibilità ambientale e tutela del pianeta ad esempio, oppure la vita vissuta durante la pandemia da Covid tra amore, solitudine, stati d’animo altalenanti e cambiamento delle abitudini. Ma anche il concetto di politica e l’abuso di potere; e i problemi e le ansie derivanti dalla nostra società, sempre più schiava delle tecnologie.
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Non mancano nemmeno le esperienze personali: in “Don’t be slave of society” infatti, l’artista esprime al meglio il malessere provocato dallo spasmodico uso dei social network, croce e delizia dei nostri tempi.

L’utilizzo dell’acrilico rappresenta al meglio le idee di Matteo. Nei suoi quadri, oltre alle sfumature e i colori sgargianti, il tratto distintivo è un titolo: questo, inserito nell’opera, si ricollega all’idea proposta, la racchiude e la spiega. In esso, lo spettatore può trovare una chiave di lettura, per fruire meglio dell’opera.

I progetti futuri di Matteo sono vari e disparati. Se da una parte gli piacerebbe lavorare alle sue illustrazioni e collaborare con altre gallerie, dall’altra non esclude di voler realizzare delle stampe dei suoi quadri per delle magliette, dei poster e gigantografie.

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Chiara Grasso

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