Madame So, l'artista di cui abbiamo bisogno per il futuro

Madame So, the black artist we need for the future

Madame So è una cantautrice parigina, che opera sulla scena musicale indipendente e vive a Londra. Madame So è una cantautrice di origini parigine, appartenente alla scena musicale indipendente, che vive a Londra. La sua musica, graffiante e dirompente, si è contraddistinta negli anni per l’immediatezza del suono. Inoltre, in molti trovano in lei somiglianze con lo stile di Hole, Blondie, Patti Smith e PJ Harvey, per via dei suoi testi impegnati. A NZIRIA ha raccontato del suo nuovo singolo Generation Y, ma abbiamo anche affrontato la questione nera, parlato del futuro e delle sue speranze per il mondo.

NZIRIA artist madame so

«Se ho toccato le tue corde, ho compiuto la mia missione». È un po’ questo il mantra di Solange Moffi, meglio conosciuta come Madame So. Era il 2011 quando la giovane artista ha iniziato ad avvicinarsi alla musica: prima come redattrice, poi giocherellando con la chitarra acustica. Dalla pura e semplice sperimentazione per diletto, di volta in volta Madame So è entrata in contatto con i più svariati scenari musicali, fino a costruire una personalissima idea di musica. E ci è riuscita: tutto questo ha portato infatti ad una forte identità, decisa e pronta a prendersi dal mondo tutto ciò che naturalmente le spetta.

Le melodie, per via di alcuni riff di chitarra a distorsione e degli incisivi colpi di batteria, ricordano molto le atmosfere grunge, tipiche del rock alternativo degli anni 90, da cui Madame So prende spesso spunto. Ma è in realtà impossibile incasellare questa artista in una determinata categoria, perché moltissime sono le sue influenze. Infatti, ciò che rende unica la sua firma è la capacità di amalgamare suoni divergenti,ndeed, the plus of her songwriting is a refined backing vocal, which amplifies the speed of the song.

madame so

 

Madame So è inoltre una abilissima scrittrice: le parole dei suoi testi arrivano dritte nell’anima come proiettili, ed è proprio per la sua sfrontata schiettezza che si sta facendo apprezzare da un pubblico sempre più vasto. Non a caso è stata considerata come una delle migliori nell’arte delle parole sulla scena a Londra, per la sua capacità di dire come stanno le cose, un po’ anche grazie al suo spiccato senso dell’umorismo parigino. Prendiamo Generation Yad esempio: il nuovo singolo, uscito lo scorso 29 maggio, è un bellissimo quanto crudo ritratto della moderna generazione nata a cavallo fra i due millenni.I giovani di rado vengono capiti appieno dalle precedenti generazioni; a maggior ragione questa, che di cambiamenti e stravolgimenti ne ha visti parecchi, ancora di più si sente a disagio e naviga tra i sogni di un futuro stabile e il mare di incertezze dei tempi odierni. Madame So sembra carpire queste emozioni contrastanti, e le convoglia in una canzone dal ritmo veloce e arrabbiato.

Le abbiamo quindi rivolto alcune domande, sulla sua musica, sul suo nuovo pezzo, su come vive la vita d’artista in quanto donna e in quanto nera.

La tua musica ha chiari riferimenti grunge. A chi ti ispiri musicalmente? E quale pensi sia il tuo tratto distintivo?

Le mie influenze musicali sono troppo numerose per poterle elencare. Quelle più evidenti in termini di songwriting – contrariamente al suono – sono Nina Simone, Bob Dylan e credo Evan Dando dei Lemonheads. In effetti, è ben evidente il mio amore per il rock alternativo degli anni ’90: lo trovo divertente e stimolante allo stesso tempo. Per quanto riguarda la musica, credo che il mio marchio di fabbrica come cantautrice sia dato da melodie accattivanti e testi significativi. In ogni caso, è così che identifico le mie canzoni fino ad adesso: immagino che queste possano essere armoniose al punto da poter essere amalgamate con il pop, nonostante abbiano sempre un carattere deciso, che alcuni ritengono sia o troppo o troppo poco.

 

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La tua nuova canzone, Generation Y, è davvero incredibile. Perché pensi che le vecchie generazioni abbiano pregiudizi nei confronti delle nuove? E perché è così importante investire sui giovani?

Oh grazie, sono contenta che vi piaccia. Non mi aspettavo fosse così ben accolta come lo è stata finora. Penso che sia il ciclo della vita: “Ogni generazione più anziana sembra avere un problema con quella più giovane e più innovativa, e pare abbiano dimenticato che una volta anche loro erano stati la generazione più giovane“, per citare un giornalista, che di recente ha scritto su Generation YSappiamo tutti che i giovani contribuiscono costantemente al cambiamento e al progresso: guardate noi e loro, che contestano il concetto di genere o di patrimonio culturale immorale; che deturpano, vandalizzano e rimuovono in tutto il mondo le statue di tutte queste figure coloniali. Questo è grandioso, e solo uno spirito giovane e fresco potrebbe mai concepirlo e realizzarlo.

Un’altra tua grande canzone è Black is beautiful, che in questo periodo di scontri e lotte per l’uguaglianza dei neri risuona come un inno alla speranza. Cosa significa per te essere “nero”? E quanto questo ha influenzato la sua carriera di musicista?

Grazie, sono felice che questa canzone abbia suscitato delle emozioni nella gente. Ad essere onesti, questa canzone è stata scritta da una prospettiva davvero molto egocentrica, e si ispira ai miei sentimenti di donna nera che suona musica per chitarra. Ancora oggi quest’ultima viene concepita come appartenente solo alla cultura “bianca”, mentre io mi sento davvero “nera” e orgogliosa di esserlo. Vorrei davvero suonare con lo slogan "Nero è Bello" affermare che l’essere neri non è una questione unidimensionale e che non bisogna conformarsi agli stereotipi della società per possedere la propria identità nera.

Come musicista, ovviamente, sono come una lentiggine in uno spazio molto pallido, cosa che accolgo e allo stesso tempo mi risento.

Come musicista, beh, ovviamente sono stata percepita come una macchiolina in uno spazio “sbiancato”, che abbraccio e che mi irrita allo stesso tempo. Per quanto mi piaccia essere diversa e andare controcorrente, non voglio giustificarmi per questo; so che in quanto donna e in quanto nera sono stata criticata e rifiutata da alcune persone del settore che sono molto impostate nei loro modi di fare, che amano suonare il loro rock e apparire in un certo modo. Detto questo, è così commovente, rassicurante e stimolante vedere come le cose si stiano lentamente muovendo nella giusta direzione. Sono orgogliosa di far parte di una scena contemporanea e lungimirante di chitarristi neri (Delilah Black e Vodun, per citarne alcuni).

Cosa pensi di quello che sta succedendo in America?

Stiamo davvero vivendo tempi storici: Brexit, il perisher che è Donald Trump, Covid-19 e ora Black Lives Matters 2.0. Questo movimento che opera da sette anni era già in ritardo allora ed è più attuale che mai oggi.

Sono lieta di vedere che ora viene preso sul serio e che persone di tutti i ceti sociali vogliono esserne illuminati e contribuire alla pace e all'uguaglianza in tutto il mondo.

È bello vedere che la gente inizi ad accettare la scomoda verità che i neri sono stati e rimangono la popolazione più oppressa e stigmatizzata del mondo, per nessun altro motivo se non per il colore della loro pelle; che “quando è abbastanza è abbastanza” e che le cose devono cambiare per raggiungere l’uguaglianza a tutti i livelli. E ci vorrà qualche sacrificio….. “Con ogni strumento possibile”. Chiara Grasso

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