I SUPERATTICO SI AGGIUDICANO LA SECONDA EDIZIONE DI EPSTAGE!
Si è chiusa con la vittoria dei Superattico la seconda edizione di EP STAGE , il contest per band e artisti che propongono musica propria ideato dal XXXV Studio di Cava dè Tirreni.
Ha vinto quella che, probabilmente, è risultata la proposta più completa e contemporanea, più pronta discograficamente e con le migliori potenzialità radiofoniche, che ha dimostrato coesione e ottima presenza scenica sul palco. I Superattico si sono aggiudicati la produzione e la distribuzione digitale di un EP targato XXXV Live e Imakerecords, più la possibilità di esibirsi dal vivo in due future occasioni.
Hanno avuto la meglio in finale su Antonio Calabrese, giovane e talentuoso cantautore braciglianese giunto terzo dopo aver emozionato tutti con le sue canzoni, e le Piume di Morris, duo art-punk torinese classificatosi secondo e che, del concorso, ha rappresentato la vera e propria “scheggia impazzita”, poichè portatore di una proposta musicale che mescola teatro, situazionismo, estetica trasgressiva, dramma e commedia assieme, e che rifugge da ogni tentativo di catalogazione precisa. Alle Piume di Morris è andato il premio EP TOUR , 3 live in 3 club italiani prodotti da Revolver Concerti .
LA MANIFESTAZIONE
La seconda edizione di Ep Stage è stata una cavalcata appassionante, portata avanti con leggerezza ed entusiasmo e che, sebbene condita da immancabili imprevisti che ne hanno provato a minare il naturale svolgimento (il forfait permanente del quarto giudice Dario Avolio per motivi familiari, quello improvviso in fase di selezione di EsseSkinny, quello per influenza dei The Nubivagus in semifinale), ha ribadito come il XXXV Studio sia il palcoscenico ideale per gli artisti che hanno voglia di fare ascoltare la loro produzione al pubblico. Un luogo piccolo eppure sacro come un tempio, uno spazio di aggregazione e cultura, di inclusione e passione, di divertimento e discussione, dove la musica funge da trait-d’union di anime in cerca di emozioni in nota. Un luogo da preservare e custodire, che resiste nonostante questi tempi in cui la musica è al massimo derubricata ad “intrattenimento”, un luogo da cui ripartire costruire una “rete”, in un’ottica collaborativa con le altre realtà che offrono musica sul territorio: il Dissonanze di Baronissi, il Periferica Konnection di Fisciano, la Cantina Cicerinella di Bracigliano.
Parlare di vincitori ad Ep Stage suona strano poiché, come ribadisce sempre l’ideatore del contest Nicodemo , “non si vince e non si perde, ma si diffonde bellezza!” . Proprio per questo, non si può non fare un plauso a tutti gli artisti, ben 11, che hanno preso parte a questa edizione, alla giuria del contest (il cantante dei Banco del Mutuo Soccorso Tony D’Alessio, la carismatica autrice della seguitissima rubrica IG “Musicamuorz” Silvia Nasti , l’arguta “pasionaria dei live” Nagaina Nacchia), al pubblico in sala che, con il suo intervento, è stato più volte in grado di trovare elementi di ulteriore dibattito durante il contest, nonchè allo staff tecnico (Martino D’Amico, Giovanni Ferrara ed a tutti gli operatori dietro le quinte, soprattutto Francesco Tedesco, socio di Nicodemo e fondamentale elemento di supporto per gli artisti in gara) che ha consentito la messa in onda in diretta YouTube della manifestazione, dando modo di partecipare anche a chi si trovasse lontano dal luogo dell’evento.
SUGGERIMENTI
Bello, anzi bellissimo Ep Stage…ma, siccome non vogliamo essere tacciati di piaggeria, dopo aver assistito alla seconda edizione ci siamo posti delle domande e abbiamo ritenuto opportuno riportare alcuni spunti di riflessione raccolti, certi che possano svolgere da stimolo per migliorare le future edizioni . Non vanno interpretate come critiche, piuttosto come umili inviti, utili al miglioramento di un contest a cui ci siamo davvero affezionati!
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Partiamo dal criterio di selezione dei partecipanti e delle modalità di sfida fra loro. Se l’eterogeneità e il dare rappresentanza a più stili musicali rappresentano giustamente la “stella polare”, è pur vero che estrarre a sorte gli accoppiamenti per le sfide rappresenta un rischio da non sottovalutare, poiché comporta il pericolo di “perdere pezzi” importanti per strada. In tal senso, sarebbe suggeribile far sfidare, almeno nella fase di selezione, band o artisti appartenenti allo stesso “territorio musicale”. Per dirla in altre parole: mettere contro un rapper e una band metal, vuol dire un po’ come guardarsi allo specchio e decidere se indossare il frac o la tuta. Non vi sono affinità, almeno non palesi. Un criterio diverso di engagement, diviso per genere almeno in prima battuta, permetterebbe di aumentare la probabilità di portare avanti il “meglio” della proposta musicale , evitando magari sanguinose perdite verificatesi in questa edizione (come quella dei Bird, eliminati alla prima esibizione ma oggettivamente più meritevoli di passare il turno rispetto ad altri).
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Seconda osservazione: l’orario di inizio dei live. E’ vero che l’ora tarda concilia con la musica. Tuttavia, quando si tratta di giorni infrasettimanali, iniziare un concerto alle 23.15 vuol dire tagliare fuori tutta una serie di persone che, pur volendo presenziare (anche virtualmente), sono impossibilitate a farlo per sopraggiunta stanchezza, motivi familiari e imminenti impegni lavorativi mattutini. Iniziare per le 21:30 sarebbe una gran cosa, poiché consentirebbe a tanti di godere di uno spettacolo diversamente improponibile per gli orari…perché non imporsi di farlo dalla prossima edizione?
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Il terzo aspetto da rimarcare è l’assenza di donne. E’ paradossale come, nel 2024, l’unica donna ad esibirsi in un concorso musicale…sia un uomo travestito! Non parliamo di “quote rosa”, quanto piuttosto di sensibilità, anche perchè è ora di eliminare un certo tipo di maschilismo dalla musica. Esistono artiste meravigliose lì fuori, perché non far loro un appello per partecipare in futuro? La buttiamo lì: quanto sarebbe spettacolare un’edizione di Ep Stage fatta da sole artiste femminili?
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Quarto punto: il “giudice volante”, opzione rivedibile secondo il nostro punto di vista. Al netto del fatto che si è trattata di una soluzione “tampone”, la formula del quarto giudice “itinerante” è risultata carina per una puntata o due, ma alla lunga deleteria per la credibilità dei giudizi espressi. Occorre spiegarsi meglio: ogni giudice incarna il proprio pensiero e il proprio gusto, la propria visione, il proprio modo di intendere la musica nonché la propria specifica “sensibilità musicale”, che si esprime anche attraverso un’idea, una ricerca, una narrazione, un’attribuzione di valore, una linea che, si presuppone, venga portata avanti con una certa coerenza nell’arco dell’intera manifestazione. Il quarto giudice “a rotazione”, invece, finisce con l’incarnare nient’altro che il “proprio pensiero in quel momento” : sebbene possa essere “uno del settore”, non ha una storia cristallizzata di giudizio alle spalle e né, tantomeno, ha un futuro in quel ruolo in quanto estemporaneo, poichè il suo scranno sarà occupato da un altro nella puntata successiva. In questo scenario, la sua espressione non può assumere i contorni del giudizio ma, al massimo, quelli dell’opinione, non diversa da quella che può avere uno spettatore in platea (più o meno appassionato e competente) che si imbatte per la prima volta nell’esibizione di una band/artista.
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Ciò si lega anche al quinto, e ultimo, spunto di riflessione, ovvero il criterio di scelta dei componenti della (eventuale) futura giuria. Occorrerebbe alzare l’asticella qualitativa, ossia elevare la figura del giudice a quella di mentore per gli artisti in gara . Sposiamo questa linea poichè, si badi, in assenza di un “titolo” (che nessun ente può rilasciare), o di un ruolo lavorativo definito nel “settore”, il giudizio che un giudice esprime è sempre e solo quello che passa attraverso una sua lente soggettiva, fatta certamente di ascolti e di passione, ma anche di un concetto astratto di competenza. In parole povere: ascoltare tanta musica o vedere 200 concerti all’anno ti rende indiscutibilmente una persona appassionata, ma non per questo ti rende automaticamente credibile come giudice, né tantomeno competente…specie se, ad esempio, convinci un cantautore a snaturarsi e fare un ‘esibizione unplugged con una band improvvisata in stile Nirvana…Che nessuno si senta offeso!
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Scritto da: Jack Div