Walter Pascarella, il mago dell'arte figurativa

Walter Pascarella, the magician of figurative art
Walter Pascarella è un artista originario di Napoli, che realizza quadri dal sapore pop, con una particolare predilezione per gli oggetti e le storie che appartengono a un passato lontano. La sua missione, attraverso la pittura, è quella di dare nuova linfa vitale ai miti antichi, facendoli interagire con la realtà odierna e restituendo così al suo moderno spettatore nuovi spunti di narrazione. Nziria regala ai suoi lettori un ritatto sincero di un artista che ha sempre saputo di esserlo, ma che solo da poco ha raggiunto consapevolezza del suo grande valore.

walterUna semplice chiacchierata al telefono ha subito fatto emergere la grande umiltà di Walter, un uomo dall’animo gentile e dalle velleità artistiche considerevoli. La sua vita gravita da sempre attorno all’arte, ma il modo in cui quest’ultima entra nella sua quotidianità in pianta stabile è tutta da raccontare. La sua preziosità? Nasce proprio dalle sue più grandi debolezze: l’imbarazzo, quasi la vergogna di essere chiamato artista ad esempio, o la paura di non riuscire a trasmettere, attraverso i suoi quadri, la sua essenza. Ma il terrore di non essere capito o ricordato è stato solo il motore per sviluppare una piena consapevolezza e maturità artistica, ampiamente dimostrata dalle sue peculiari opere, che adesso vengono apprezzate anche oltreoceano.

Walter ha frequentato l’Istituto d’Arte a Cascano e successivamente l’Accademia di Belle Arti a Napoli, dove ha scelto il corso di pittura. Una volta terminati gli studi, non ha pensato subito a intraprendere la carriera d’artista. Non si percepiva, semplicemente, come tale. Dunque, ha provato di tutto: dall’insegnante al camiere, passando per il settore del sale retail . Davvero tutto, pur di fuggire da una realtà che cominciava a stargli stretta.

Ha viaggiato molto, Walter. Ha trascorso infatti un periodo della sua vita in Australia, poi in Giappone, lavorando sempre come sale retailer per i maggiori brand di alta moda. Poi è rientrato in Italia, pensando a una soluzione temporanea. Ma la pandemia ferma ahimè tutto, e di conseguenza anche il viaggiare. Ed ecco quindi che ritorna nuovamente la pittura, che lo salva dall’immobilità prima e lo rende artista consapevole dopo, permettendogli di sbriciolare una volta per tutte quello spesso guscio di timidezza in cui lui si rifugiava. Di necessità si fa virtù, si dice. Ecco quindi che si fa impellente in Walter la necessità di evolversi, e finalmente di riappropriarsi di ciò che ha sempre fatto parte della sua vita, ovvero vivere con l’arte e per l’arte. 

Ed è allora che iniziano le prime commissioni, i primi riconoscimenti e i primi importanti guadagni; restio inizialmente a mostrarsi e a mostrare, apre persino un canale Instagram, dove promuove la sua arte. Finalmente è conscio della sua innata bravura, quella che fino a qualche tempo fa aveva probabilmente messo in discussione.

L’Umanesimo ritrovato

Focus delle scelte stilistiche di Walter sono sicuramente i riferimenti all’arte classica, con una strizzata d’occhio alla mitologia.«La mia ricerca artistica è rivolta soprattutto al passato. È nostalgica per quella bellezza mansueta, nascosta in frammenti di storia. È un dialogo tra colore e sguardi, di personaggi e oggetti che non appartengono più a questo mondo. Una sorta di nuovo umanesimo che attinge dagli echi e dai mormorii che fluttuano in altre dimensioni. È un modo per contraddirsi, una bandiera del mio temperamento, un intreccio di identità, una moltitudine di intenti. È la pretesa di saper ascoltare le parole, non imperiose, del cuore rivolte alle mani, alle mie mani», dichiara Walter.

Il dialogo è un elemento cardine nei suoi quadri. È meravigliosowalter osservare come epoche diverse comunichino spontaneamente, in totale armonia. Gli oggetti di un tempo lontano rinascono a vita nuova e con nuove funzioni: esemplare il caso dell’elmo, un oggetto appartenuto ai guerrieri greci, ma che in tempi di Covid può benissimo rappresentare un insolito dispositivo di sicurezza della salute, nonché una protezione dell’anima e dei sogni. È chiarissima anche l’influenza, vivacemente pop, degli anni Ottanta, presente nella scelta di texture vibranti e decise. Nelle sue pennellate inoltre è impossibile non vedere i riferimenti al mondo del gaming d’antan, ma anche di quello più recente; ecco quindi che un Pikachu si posa tranquillamente sulla testa di una statua antica.

Il ritorno a un’arte figurativa per tramandare storie

Il fine ultimo della ricerca stilistica di Walter è quello di salvare ad ogni costo tutto quell’arsenale di storie, miti e aneddoti che altrimenti andrebbero dimenticati. Un mezzo dunque per far conoscere e apprezzare, soprattutto ai più giovani, il proprio passato e le proprie origini; complici i continui riferimenti al moderno, che attualizzano l’antichità come mai prima d’ora. L’arte di Walter ritorna pertanto a veicolare la bellezza attraverso il racconto. Più volte l’artista si è dichiarato insofferente verso quel tipo di arte “impegnata”, che deve necessariamente far riflettere e fare da monito. La predilezione per l’arte figurativa non è soltanto una scelta controcorrente dunque, ma è anche un tentativo di salvarla dall’oblio. A detta di Walter infatti, questa è altamente a rischio di scomparsa, dove si preferisce di più un arte astratta. L’arte figurativa infatti “costringe” il proprio spettatore a riflettere, a immaginare qualcosa partendo proprio dalla concretezza degli oggetti. 

Ma la minuziosità dei particolari di questi quadri ha un segreto: è la scrittura. Il processo creativo inizia infatti dalle parole, che poi magicamente riescono a convertirsi in precisi colpi di pennello. Walter ha infatti confessato che è durante la notte, poco prima di coricarsi, che la fantasia si impossessa di lui; gli è dunque inevitabile riversare su carta questi pensieri. Le storie che nascono sono incredibili, e corredano ogni quadro, accompagnando lo spettatore in una più completa comprensione dell’opera. Ma Walter non compare mai come protagonista principale: preferisce che siano le sue emozioni a parlare per lui.

Chiara Grasso – Nziria Team Home

 

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